
23 Feb BOTSWANA: Il paradiso è qui?!
Viaggio tanto agognato quanto desiderato quanto incredibilmente a rischio fino all’ultimo. Ma alle 17.00 del 23 febbraio 2016 le ultime riserve sono state sciolte e si parte.
18.55 Turkish Airlines per Istanbul, da qui coincidenza per Johannesburg. Viaggio tutto ok, a Istanbul ritrovo con tutto il gruppo (siamo in 15) con cui condivideremo questa avventura, di nome e di fatto.
Il viaggio è confortevole e decisamente più veloce che non a passare da Dubai. All’arrivo a Jo’Burg la sensazione è strana in quanto ci sembra di essere a casa, ritornati in questo hub che abbiamo già conosciuto lo scorso anno e che apre le porte dell’Africa Australe.
Ci vengono a ricevere direttamente con il “truck”, che sarà il nostro mezzo di trasporto per i prossimi 9 giorni, due simpatici ragazzi sudafricani, Rickus, uomo tuttofare, autista durante il giorno, cuoco alla sera (da rivedere sulla pasta, molto meglio sul braii, la tipica grigliata sudafricana) e la sua coequiper Pita, molto taciturna e dalla postura tipicamente maschile, camminata alla John Wayne, tanto per capirci meglio. Familiarizziamo con il mezzo e con la compagnia, molto simpatica tanto che si crea subito un’atmosfera da gita scolastica!
Nel pomeriggio gita bagnata a Soweto, poi alla sera tipico braii come cena di benvenuto in Sudafrica nel lodge dove alloggiamo, usato tipicamente come tappa di partenza per avventure di questo genere. After dinner, briefing per spiegarci sommariamente il programma di viaggio e comunicarci che la mattina dopo la sveglia suonerà alle 5,30, breakfast alle 6,00, partenza inflessibile alle 6,30 per la lunga tappa di trasferimento da Jo’Burg, come viene familiarmente chiamata Johannesburg a Francistown in Botswana.
Le strade intorno a Jo’Burg alle 6,30 sono super congestionate, si vede che si inizia a lavorare presto in Sudasfrica, mentre la strada per arrivare al confine sembra interminabile. Arrivati al confine formalità doganali prima in Sudafrica, poi in Botswana e finalmente siamo in Botswana! La strada corre ancora fino a oltre Francistown dove ci fermiamo per la notte. Tutti alla prima esperienza di camping, per lo meno in questi ambiti. Le nostri solerti guide ci mostrano in stile IKEA, come anche noi poveri comuni mortali possiamo riuscire a montarci in quattro e quattr’otto la nostra tenda.
Sarà l’entusiasmo, sarà lo spirito di emulazione ma l’operazione riesce e così intorno al camper si crea un piccolo accampamento di tende verdi tutte uguali, molto confortevoli con lettino da campo interno che renderà il riposo notturno decisamente piacevole.
Dopo una buona cena seduti tutt’intorno ed un’altrettanto ottima doccia, offerta dalla struttura del campeggio, ci tratteniamo a conversare amabilmente fino a che Morfeo non ci rapisce. A rendere ancora più affascinante l’atmosfera creatasi, dopo un’ora, tic, tic,tic incomincia a piovere e solo chi ha dormito in tenda sa quanto può essere bello sotto una piovuta notturna.
Alla mattina seguente ci si sveglia sotto una leggera pioggerellina, stile vaporizzatore, e si intraprendono le normali attività quotidiane, dopo un buon sonno ristoratore. Una breve passeggiata per sgranchirci le gambe e si riparte direzione Ovest, obiettivo Makgadikgadi Pans.
Breve sosta a Nata Lodge, che viene dipinto come il lodge più fornito di souvenir di tutto il Botswana, poi si prosegue e dopo non molti kilometri si gira a sinistra verso Makgadikgadi Pans.
Si tratta di saline che si trovano nella parte centrale del Paese, eredità di un tempo in cui c’erano grandi laghi. Avvicinandoci, ci fermiamo ad ammirare un sontuoso baobab, che si erge in tutta la sua bellezza in mezzo alla savana. Poco vicino un altissimo formichiere molto bello, inoltre è il primo che vediamo, per cui ci colpisce ancora di più. La pianta del baobab è maestosa ed è l’emblema stesso di tutta l’Africa, emerge nel cuore della savana, ha un tronco dalla circonferenza enorme ed un fogliame stupendo: trasmette proprio un’idea di tranquillità e sicurezza.
Lasciati baobab e formichiere o termitaio che dir si voglia, ci dirigiamo senza indugi verso la nostra meta accompagnati, e sarà il leit-motiv di tutta la vacanza da un grande quantità di mucche ai lati della strada. Il paesaggio cambia, caratteristica costante di questo straordinario Paese, e la savana lascia spazio a terreni con solo erba, prati immensi fino ad arrivare alle saline.
Lo spettacolo che ci troviamo di fronte è impagabile e surreale, davanti a noi una distesa di …nulla che si protende verso l’infinito dando origine ad un paesaggio dall’aspetto quasi lunare.
Click, click, click ed ecco che il tramonto viene immortalato nel migliore dei modi con foto stupende che rimarranno sempre nella nostra memoria. Probabilmente l’alba è ancora meglio con il sole che fatica a sorgere in mezzo alle nuvole dando origine a sfumature di colori che solo la Natura è in grado di poterci offrire.
L’unico rammarico in tutto ciò è che , purtroppo le nuvole non ci permettono di godere della stellata notturna che sarebbe stata sicuramente superlativa: ma avremo modo di rifarci !!!
La sensazione che si prova ad essere in questo luogo isolato, completamente fuori dal mondo, è unica, molto difficile da tradurre in poche parole scritte. Potremmo affermare di trovarci in un “luogo magico” difficilmente paragonabile a qualsiasi altro luogo al mondo. E proprio l’atipicità del paesaggio, la sua sconfinata profondità e bellezza sono i pensieri con i quali ci addormentiamo, nelle nostre tenducce, sotto una pioggerellina che rende ancora più particolare l’atmosfera.
Malgrado la veglia notturna, perché Rickus ci aveva detto che magari verso le 3 o le 4 di notte le stelle sarebbero state visibili, le stelle rimangono nascoste. Ci “consoliamo” però festeggiando il nuovo giorno con un’alba favolosa, più volte “immortalata”. L’immagine di questo luogo così unico ed isolato, offre proprio la maestosità della natura e di quello che ci può offrire e mostrare in questo viaggio.
Pronti via direzione Maun, centro nevralgico per lo svolgimento di attività nel delta dell’Okawango. Lungo il percorso incominciamo a familiarizzare con alcuni di quelli che saranno nostri compagni di viaggio nei giorni successivi, in particolare elefanti e giraffe.
Arriviamo nel lodge nei pressi di Maun, sulle rive del fiume Boteti. Si tratta di un lodge gestito da un bianco di origine rhodesiana, costituito da una decina di camere tendate, autonome tra loro con vista fiume e terrazzino in legno palafittato: veramente particolare !!
Dopo pranzo e alleggerimento bagagli in vista dei prossimi giorni che trascorreremo al Moremi Game Reserve, si parte per l’aeroporto di Maun dove a bordo di piccoli velivoli a 6 posti, effettueremo il volo della durata di un’ora sopra il delta dell’Okawango.
Si decolla e nel giro di pochi minuti iniziamo a sorvolare il delta. Lo spettacolo è incredibile : uno spazio sterminato sotto di noi con verde di ogni tonalità, da quelle più tenui a quelle più accese e rivoli d’acqua che vanno a costituire un panorama unico al mondo. Il delta dell’Okawango è il più grande delta interno al mondo dove il fiume anzichè andare a sfociare nel mare, sfocia all’interno del territorio.
Dall’alto riusciamo a scorgere branche di animali intenti ad abbeverarsi. Purtroppo ci troviamo nella stagione delle piogge e quindi la concentrazione di animali è sicuramente inferiore in quanto ci sono parecchie pozze di acqua dove possono abbeverarsi, mentre nella stagione secca, queste si riducono, e quindi si devono maggiormente concentrare in alcuni punti.
I rigagnoli di acqua azzurra nel verde ci regalano la visione come sembrassero appezzamenti di terreni appositamente “mappati” dalla mano esperta ed ineguagliabile della natura. A completamento di questo paesaggio idilliaco ecco comparire un arcobaleno completo nel cielo azzurro di fronte a noi, come del resto è bellissimo vedere in lontananza le nuvole che stanno scaricando pioggia in qualche luogo lontano.
Dopo gli innumerevoli “selfie” e foto ricordo con i piloti che ci hanno condotto a sorvolare il delta, torniamo al lodge ed eccoci alle prese con un altro splendido tramonto sul fiume Boteti, di quelli che ti lasciano senza fiato …… assolutamente impagabile !!
Qui serve il “treppiedi” per poter cogliere maggiormente le tonalità dei colori del tramonto e così sia …… che foto riusciamo ad ottenere veramente fantastiche.
Cena al lodge ed al mattino di buon’ora, caratteristica costante della vacanza, partenza per Moremi Game Reserve. Parte l’operazione “Into the wild”!!
Lasciamo Maun alle nostre spalle ed ad un certo punto la strada da asfaltata diventa sterrata, fino ad arrivare a South gate, la nostra porta d’ingresso nel parco. Da lì in poi la strada più che sterrata diventa accidentata, con pozze e buche , che ci costringono a tenere un’andatura alquanto limitata, che però al contempo ci consente di godere meglio del paesaggio che incontriamo e dlla vista degli animali che popolano queste lande.
Ecco subito apparire una giraffa, che incede con il suo passo nobile ed austero nella savana, fermandosi qua e la a mangiare qualcosa dalle piante di acacia, poi un elefante che sembra darci il benvenuto al parco. Ma ecco, d’improvviso, con grande emozione di tutti un gruppo di leoni comodamente sdraiati ai bordi della strada. Fermiamo il nostro 4 x 4, per venire qui abbiamo lasciato il nostro truck al lodge di Maun, in mezzo a loro che non sembrano per nulla intimoriti dalla nostra presenza.
Si stirano, si muovono, allargano le fauci delle loro bocche per nostra grande soddisfazione. Insomma non veniamo percepiti come un corpo estraneo ma come qualcosa facente parte del territorio. Svolgono le loro normali azioni indipendentemente dalla nostra presenza, incredibile !
Proseguiamo il nostro percorso nel parco e ci imbattiamo in una famiglia di elefanti, con un elefantino particolarmente piccolo che trasmette un immediato senso di tenerezza e verso il quale mamma e papà hanno un notevole senso di protezione, come o forse meglio di una famiglia di “umani”, dobbiamo sempre imparare !
Eccoci arrivare alla “paradise pool”, dove facciamo la prima conoscenza con gli ippopotami, che diventeranno il nostro sottofondo (si fa per dire) notturno nelle notti successive. L’ippopotamo è un animale che ama vivere prevalentemente nell’acqua, alternando momenti in cui emerge come un sottomarino e poi magari esce anche dall’acqua stessa. Inoltre, a dispetto della sua mole imponente, riesce anche a correre velocemente (60-80 Km/h), che unito alla sua proverbiale cattiveria ne fa uno scomodo vicino da incontrare nei parchi.
Ma ecco l’incredibile! Quando stiamo arrivando a quello che sarà il nostro campo per i prossimi due giorni, ci viene incontro Pita, che con Rickus, aveva provveduto ad allestire il campo tendato stesso, avvertendoci della presenza di un leopardo nelle vicinanze. La nostra guida (…..?) scatena subito il 4×4 no facendosi remore ad andare anche nell’erba alta per cercare il leopardo, riuscendo a raggiungere l’obiettivo.
Vedere un leopardo non è cosa facile perché tende costantemente a nascondersi o sui rami delle piante o in mezzo all’erba alta. E’ sicuramente uno degli animali più difficili da vedere, ma ce l’abbiamo fatta !!
L’abbiamo immortalato in foto e video da una distanza decisamente vicina, che ci consente di averne una visione, con nostra grande soddisfazione, in presa diretta. E’ bellissimo, è un animale stupendo sia per come si presenta che per come si muove e si divincola nella savana, fantastico!
Torniamo o meglio arriviamo al campo dove, come al solito, ci facciamo prendere la mano (fotograficamente parlando) da un tramonto epico per di più nel mezzo di uno dei più importanti parchi naturali del mondo !! le fotografie sono veramente incredibili, regalano sensazioni indimenticabili!
Si accende il fuoco in mezzo alle tende e posizioniamo tutte le sedie a circolo intorno. Ci gustiamo, chi più chi meno, vista la sempre abbondanza di pollo, la nostra cena e poi iniziamo a conversare amabilmente probabilmente senza neanche renderci conto di dove siamo. Ci troviamo nel mezzo di un parco in zona non protetta, con animali di ogni genere intorno, che nel corso della notte sentiremo in modo inequivocabile vicino alle nostre tende con i loro tipici linguaggi. La paura non c’è, probabilmente è un po’ di senso di incoscienza, unito al fascino dell’avventura di dormire in tenda nel cuore di un parco così bello e popolato da diverse specie animali, che rende tutto assolutamente fantastico ed impagabile!
La solita sveglia prima dell’alba, la colazione al buio come automi, il primo confronto sui rumori percepiti nel cuore della notte, ipotizzando a chissà quali animali potessero appartenere, o le divagazioni e le supposizioni su quale belva potesse aver attraversato il nostro accampamento mentre noi riposavamo.
Si riparte alle sei per il primo safari di giornata, durante il quale ci imbattiamo oltre che in animali già visti il giorno precedente, in impala, red lichi fino ad arrivare ad una località chiamata Third Bridge, dove rimpinguiamo anche le vivande e le bevande per il gruppo.
Di ritorno al campo scopriamo di avere, oltre al wc da campo, anche una doccia utilizzabile, costituita da un serbatoio di acqua con rubinetto incorporato. In realtà non ce ne sarebbe bisogno, perché dopo aver preparato un pranzo a base di salsiccie e pane impastato al momento sulla brace, si scatena il solito violento acquazzone che ci bagna come dei pulcini !!
Dopo esserci adeguatamente rifocillati e …. Rinfrescati si riparte per il safari pomeridiano.
L’attrazione principale è ancora una volta rappresentata dagli ippopotami, che sguazzano nelle pozze d’acqua, si immergono e riemergono continuamente, spalancando la loro enorme bocca quasi a 180 °. Poi incontriamo il Kudu, l’antilope più grossa esistente, nonché impala come se piovesse, gnu, paesaggi mozzafiato che vengono costantemente catturati dai nostri strumenti, dagli smartphone alle macchine fotografiche, con colori sempre più sorprendenti, frutto di un cielo fantastico, del verde del territorio, dei riflessi d’acqua e infine degli arcobaleni.
Ma la scena che ci troviamo a vedere verso la fine della giornata, nella sua crudezza e tragicità, è emblematica del cerchio della natura del ciclo di vita, che è presente e si manifesta ogni giorno. Troviamo una carcassa di bufalo che probabilmente, a giudicare dal tanfo indescrivibile, è stato ucciso qualche giorno prima da un predatore, leone in testa. Ora a contendersi i resti lasciati dal leone ci sono le iene e gli avvoltoi, che si allontanano spaventati dal nostro arrivo: ecco che il terreno è tutto per la iena che si gusta la carogna del bufalo.
Gli avvoltoi sono chiamati “gli spazzini della savana”. Ma non finisce lì perché poco vicino è appostato anche uno sciacallo, che aspettando timidamente il proprio turno, entrerà in scena subito dopo che la iena avrà lasciato libero il campo. E dopo lo sciacallo ci saranno gli insetti di ogni tipo e genere, a completar l’opera, lasciando come spesso capita di vedere, solo l’osso del cranio ben ripulito. E’ triste ma è così, la morte di un animale serve per alimentare e quindi dare la vita a molteplici altri animali. Questo è il ciclo della vita , questa è la forza della natura, senza dimenticare che gli animali non uccidono per altri motivi che siano legati alla sopravvivenze : impara uomo !!!
Dopo questa scena dai contenuti molto forti si torna verso il nostro campo imbattendoci in un tramonto impareggiabile, in effetti è sempre un crescendo !!
Le tonalità dei colori spaziano dall’azzurro al nero, dall’arancione al giallo, al rosso al grigio regalandoci delle sensazioni e delle emozioni che solo chi non ha mai visto un tramonto africano, può riuscire ad immaginare.
E’ la natura espressa alla massima potenza, qualcosa di assolutamente impareggiabile che la mano e la tecnica dell’uomo non riusciranno mai ad eguagliare-
Nulla è paragonabile all’immensità, alla profondità ed alla bellezza di questi tramonti, in questi spazi infiniti ed incontaminati, che abbiamo la fortuna di avere ancora e che dobbiamo preoccuparci assolutamente di salvaguardare e preservare.
Ritorniamo all’accampamento ancor più soddisfatti e realizzati e ci godiamo la nostra seconda serata totalmente “in mezzo alla natura selvaggia”. Ascoltiamo il solito concerto notturno dove la parte principale viene svolta dagli ippopotami e riusciamo ad avere una notte, incredibile a dirsi, senza scrosci notturni !!
Solito risveglio poco prima dell’alba e partenza per ripercorrere la strada al contrario per guadagnare l’uscita dal Moremi Game Reserve. Facendo percorsi diversi, poiché i sentieri sono illimitati, ci imbattiamo in un’enorme piscina naturale piena di ippopotami, dove soddisfiamo ancora una volta le nostre velleità fotografiche e cinematografiche.
Sembra che si siano dati appuntamento, saranno almeno una cinquantina di ippopotami in questa piscina naturale o meglio pozza d’acqua, un vero e proprio spettacolo: incominciano ad emettere i loro rumori e a spalancare le loro fauci: lo spettacolo è notevole e non vorremmo assolutamente allontanarci. Ogni tanto qualcuno sembra guardarci un po’ male e tendere ad uscire dall’acqua o almeno a pensare di farlo, ma non è così in realtà per fortuna!
Mentre usciamo dal Moremi Game Reserve, non vediamo solo ippopotami ma anche zebre, oltre alle solite impala e red lichi. Poi troviamo un branco di gnu, con anche i piccoli, veramente uno splendido gruppo.
Un baobab di enorme dimensioni ci accompagna all’uscita dal parco, mentre riusciamo a vedere anche anche un paio di bufali, questa volta vivi. Così manca solo il rinoceronte all’appello dei “big five” da vedere. Purtroppo però in Botswana ce ne sono veramente pochi, che sono stati recentemente reintrodotti, dopo gli scempi commessi dai bracconieri.
Usciamo dal parco accompagnati da uno di quei cieli africani assolutamente fantastici, colore azzurro intenso, con nuvolette spettacolari, che solo a guardarli riescono a trasmettere emozioni incredibili.
Dopo un gradevole pranzo in un ristorante indiano a Maun, ritorniamo al nostro lodge dove, oltre ad un meritato riposo, ci godiamo un tramonto spettacolare (qual è la novità ?) sul fiume Boteti, incluso un time-lapse con tramonto del sole e movimento delle nuvole assolutamente epico !!
Ci gustiamo un’ottima cena al lodge e conversiamo amabilmente prima del briefing per definire il programma del giorno successivo, come ogni serata.
Emergono tutte le impressioni di ciascuno di noi dopo questi due giorni completamente lontani ed isolati da ogni forma di “civiltà” o presunta tale.
E’ stata un’esperienza unica e semplicemente stupenda, questo è il messaggio che emerge dalle parole di tutti. Si ricordano i singoli episodi, le sensazioni, le emozioni, gli accadimenti che channo consentito la crescita di quello spirito di gruppo, tipico di chi ha convissuto un’esperienza in comune molto forte e significativa che sicuramente resterà per sempre dentro di noi.
D’altronde convivere per una decina di gironi, senza soluzione di discontinuità, ma soprattutto senza discussioni e fraintendimenti, in totale armonia, crea un legame profondo, ineguagliabile, tra persone fino a pochi giorni prima sconosciute tra loro, con un vissuto di storie personali ed età diverse, che qui si sono fraternamente legate perché sono solo persone, amici con uno stesso “idem sentire”, fuori dai propri ruoli della vita di tutti i giorni.
E’ questa la grandissima abilità e capacità dell’Africa, una miscela eslosiva che ti riporta ad una primordialità, dove riesci a vivere l’attimo, a cogliere i meravigliosi scenari che ti offre la natura, a trovare una sorta di equilibrio interiore che difficilmente è raggiungibile in altre situazioni.
In estrema sintesi “ti fa stare bene” e proprio questa è la sensazione che ti pervade: realizziamo che effettivamente stiamo bene perché siamo in un luogo magnifico, incontaminato, selvaggio, siamo “fuori dal mondo”, senza connessioni ma legittimati e senza sensi di colpa, con l’annullamento di tutti i ruoli e le responsabilità delle vita di tutti i giorni, siamo solo noi stessi….. ci troviamo in una condizione ideale per staccare, per “respirare” veramente per almeno 10 giorni ………
Per concludere in bellezza questa splendida serata il cielo ci regale una stellata incredibile: vediamo tutta la “via lattea”, la costellazione della croce del sud. Le stelle sono tutte ben visibili, illuminate sopra di noi, grazie all’assenza di luce circostante. E’ uno spettacolo fantastico ed ineguagliabile ! non verrebbe più voglia di andare a dormire ma di rimanere invece ad osservare lo scenario notturno. Alla fine cediamo ed andiamo a riposare.
Al mattino presto, come al solito, ci alziamo, fotografando l’ultima alba sul fiume Boteti. Si parte direzione Kang , deserto del Kalahari, tappa di passaggio, verso il ritorno a Johannersburg. La strada è lunga, il percorso diritto, inframmezzato ai bordi (e non solo) della strada di mucche, asini e capre. Ma anche in questo caso la giornata non è mai banale e monotona, con panorami ed ambienti che cambiano costantemente. Si passa dal tipico “ bush “ ad un paesaggio più desertico. Costante rimane invece lo splendido cielo africano che ci accompagna per tutta la giornata e …. la notte.
Strada facendo ci fermiamo per una sosta, dove le “nostre donne” improvvisano e cucinano degli stupendi spaghetti con pomodoro e ricotta salata: peccato ci fossero state le melanzane sarebbe stata una “norma “ perfetta.
La capacità di improvvisare una spaghettata con i fiocchi in condizioni estreme, testimonia ancora una volta, la grandissima capacità che abbiamo noi italiani di adattarci al meglio in qualsiasi situazione. Finalmente arriviamo nei pressi di Kang in un resort dove abbiamo a disposizione un’area attrezzata per trascorrere la notte o quel che rimane della notte … visto che la partenza è prevista per le 3,30 di notte.
Utilizziamo la graziosa struttura del resort, con tanto di ottima cena. E’ la nostra ultima cena in territorio del Botswana e un po’ tanto di malinconia e tristezza, pensando ai giorni felici, sereni e spensierati trascorsi insieme, viene a tutti. Siamo consapevoli che questo nostro splendido isolamento dal mondo di tutti i giorni, sta volgendo al termine, certificato purtroppo anche dalla presenza di wifi nel resort, che ci fa volontariamente o involontariamente riconnettere alla nostra vita di tutti i giorni.
Il gin tonic che sorseggiamo come aperitivo, esemplifica al meglio il contrasto che stiamo vivendo….. e’ incredibile assaporarlo qui, come in un qualunque altro posto al mondo ma con un fascino particolare in un ambiente unico davanti ad un tramonto africano ancora più unico.
Ma il meglio deve ancora venire perché il cielo, ancora lui, ha deciso di dedicarci un’ultima notte favolosa!! Decidiamo, viste le stupende condizioni climatiche e meteorologiche, di posizionarci direttamente con brandina e sacco a pelo, sotto un fantastico cielo stellato per goderci fino all’ultimo istante la nostra ultima notte in questa splendida terra chiamata Botswana.
Il cielo, se mai fosse possibile, è ancora meglio delle ultime notti…….. sembra che tutte le stelle del cielo si siano date appuntamento per venire a salutarci!!!
La visione è sensazionale, probabilmente perché siamo in totale assenza di luce diffusa nei dintorni. Abbiamo la sensazione di poter toccare le stelle da quanto sono luminose, distinguiamo ancora una volta la via lattea, che stasera appare illuminata più che mai, e la croce del sud , più facilmente identificabile rispetto alle altre stelle sui cui nomi ci confrontiamo.
Ma ecco, dulcis in fundo, la visione di tre stelle cadenti, cui si accompagna la formulazione di altrettanti desideri. Uno è sicuramente comune a tutti ed è quello di poter avere l’opportunità di rifare, nella nostra vita, un ‘altra splendida vacanza come questa, mentre gli altri due sono sicuramente più personali per quanto riguarda ciascuno di noi.
Che serata!!! Dove le parole con il passare del tempo diventano sempre più “bisbigliate” per evitare di disturbare coloro che cedono per primi alle lusinghe del sonno, ma dove la sensazione è quella di sperare che questa notte, questo momento “magico”, possa non finire mai, possa essere infinito così come lo è l’universo sopra di noi.
“questa notte è veramente nostra” per citare una canzone, perché chissà se e quando ci ricapiterà l’occasione di vivere un’altra notte così, che rimarrà per sempre unica.
Con queste sensazioni e con queste emozioni, cercando di respingere la necessità di sonno crescente, ci assopiamo, trascorrendo la nostra ultima notte africana avendo come tetto un cielo di stelle!!
L’ultima giornata incomincia, come detto alle 3,30, partenza alle 4.00 perché dobbiamo raggiungere l’aeroporto di Johannesburg, dove ci sarà un aereo pronto a riportarci in Italia.
Ci gustiamo l’ennesima alba, stupenda come sempre,e durante il viaggio ci scambiamo pensieri ed impressioni relativi alla splendida avventura che abbiamo vissuto insieme in questi giorni. Attraversiamo il confine con il Sudafrica, lasciando il Botswana , e ci dirigiamo verso l’aeroporto.
Qualche souvenir, qualche buona bottiglia di vino e poi con gli occhi gonfi di malinconia e di rimpianto, saliamo sull’aereo che ci riporterà a casa, via Istanbul.
Siamo tutti assolutamente convinti di aver vissuto un’esperienza unica, fantastica, legata sia ai magnifici scenari e paesaggi che ci hanno accompagnato, che agli animali, insomma a tutta la componente “natura” ma anche alla componente “umana2 perché il gruppo che si è creato è stato eccezionale ed ha sicuramente contribuito a render ancora migliore la vacanza.
Poi sullo sfondo resta Lei, l’Africa, di cui è già stato detto di tutto nel corso di queste pagine, ma una cosa una sola si può confermare : il “Mal d’Africa” esiste davvero e non è una leggenda!!
Buona vacanza in Botswana, viaggiatori !!!!