
06 Ago ICELAND
Sabato 06/08/2011 Ore 07,30 in perfetto ritardo sull’orario di partenza (previsto alle 7) ritrovo a Lomazzo e tutti in auto per Basilea dove ci aspetta, per modo di dire, visto che sarà anche lui in ritardo il volo della Iceland Express destinazione Paradiso pardon Reykjavìk. Islanda stiamo arrivando!
Il viaggio aereo è abbastanza piacevole per qualcuno, un po’ meno per altri. La posizione sull’aereo ci consente di individuare perfettamente le nostre 4 valigie mentre vengono caricate nella stiva dell’aereo stesso. Ma l’arrivo, dopo che qualcuno nella fattispecie Pietro, aveva già tessuto l’elogio dei servizi aeroportuali islandesi rispetto a quelli italiani, riserva una tragica sorpresa che rischia di condizionare in parte la nostra vacanza: è scomparsa una valigia! Dopo innumerevoli e vane ricerche corredate dalla denuncia allo smarrimento bagagli, decidiamo di abbandonare l’aeroporto e dirigerci verso Reykjavìk.
L’albergo dove siamo alloggiati, il Thingolth Center è decisamente carino posizionato in pieno centro in prossimità della strada principale della città. L’impatto con Reykjavìk è subito molto piacevole come lo è stato del resto con l’Islanda lungo il percorso che ci ha accompagnati dall’aeroporto in città. La città è in festa vi è in corso un evento particolare quasi diverso: il gay pride. Malgrado le innumerevoli sollecitazioni decidiamo che non fa per noi perché dopo breve consultazione stabiliamo che il nostro motto è “ pratichiamo poco ma non abbiamo cambiato idea”.
Dopo ampie consultazioni decidiamo di festeggiare il compleanno di Edoardo, al “Cafè Paris” dove gustiamo degli Hamburger, non saranno gli ultimi, molto buoni quasi quanto quelli dell’Hard Rock Cafè. Per i ragazzi è il miglior approccio al viaggio che ci apprestiamo a fare.
La mattina seguente dopo una prima colazione abbondante ci vengono a prendere per accompagnarci a ritirare il mezzo che ci porterà in giro per l’Islanda.
E’ una Suzuki Gran Vitara dotata degli optional più avanzati quale un GPS Garmin che non riconosce neanche le cartine di Magellano.
Ritorniamo a Reykjavìk per fare shopping, generalmente si fa l’ultimo giorno. Ma l’agenzia aeroportuale ha deciso che Pietro debba anticipare gli acquisti. Verificate le mancanze decide, obtorto collo, di investire ben 200 Euro in 2 Giacche impermeabili, che ad oggi (giovedì 11 ore 22.00) non sono ancora state bagnate da acqua piovana!
Completato il “volontario” shopping ci dirigiamo verso Thigvellir dove assistiamo ai primi panorami mozzafiato che ci accompagneranno per tutta la settimana. Visitiamo le fratture della crosta terreste e già da subito capiamo che lo sport preferito dei ragazzi sarà quello di arrampicarsi su ogni tipo di roccia come piccole capre peraltro già ampliamente rappresentate sull’isola.
Lasciamo Thingvellir con destinazione Geysir: lo spettacolo è fantastico, soprattutto per la sua unicità.
Alle esplosioni d’acqua non eravamo assolutamente abituati. Il geyser è qualcosa di unico fantastico eccezionale .il suo getto è altissimo, offre una sensazione incredibile”.
A pochi chilometri visitiamo la nostra prima fontana (dal dizionario Tommy) pardon cascata, precisamente quella di Gullfoss. Assolutamente maestosa la vivisezioniamo da tutti i punti di osservazione possibili. La visione è resa più gradevole dalla presenza di un coloratissimo ed amplissimo arcobaleno.
Lasciamo Gullfoss per dirigerci verso Vik, più precisamente Dyrholaey. Con viva sopresa abbiamo a che fare con un tratto di strada sterrata, cosa che ci capiterà spesso anche nei giorni successivi.
Prendiamo in parola il nome Dyrholey andando direttamente sulla spiaggia dove ovviamente gli Islandesi al contrario degli Italiani non fanno costruire alberghi.
Facendo di necessità virtù scopriamo la potenza inespressa del nostro navigatore . La possibilità di inserire le coordinate polari ci guida verso la desiderata meta dove riusciamo a cenare per il rotto della cuffia.
Purtroppo, e sarà una costante di tutta la vacanza, i due genitori fanno molta fatica a prendere sonno !!!!
15-20 secondi sono un eternità in confronto.
La seconda giornata del nostro ICELAND TOUR coincide con il secondo giorno senza valigia, ma dopo la colazione giunge l’inaspettata notizia che alla sera l’avrebbero recapitata direttamente in hotel.
Ritornando sui nostri passi ci dirigiamo verso la cascata di Skogafoss. Il tempo non bellissimo non ci fa ammirare i riflessi dorati che contraddistinguono la cascata.
Successivamente andiamo a Dyrholey dove vediamo tutto ciò che da vedere di statico, spiaggia nera, arco naturale ma niente per quanto riguarda gli elementi dinamici rappresentati dai Puppins, le mitiche pulcinelle di mare, simbolo dell’Islanda presenti in zona in circa 3 milioni di esemplari. Ripassando davanti alla Guesthouse che ci ha ospitato cogliamo l’occasione per restituire la chiave che Pietro si era tenuto a ricordo della splendida notte passata. Fermandoci a Vik per fare rifornimento di benzina abbiamo scoperto per prima cosa che qualcuno (lo stesso della valigia e della chiave) non conosce il PIN delle proprie carte di credito, comunque aiutati da un autista di un pulmann riusciamo a capire il funzionamento del distributore self service. Un incontro che segnerà i primi giorni del nostro viaggio. Infatti in ogni albergo e in ogni piazzola lui, e il suo carico di spagnoli, ci perseguiterà.
Decidiamo di effettuare una deviazione per andare a fare il bagno in un laghetto naturale con due entrate di acqua, una calda ed una fredda, tale da sembrare una vasca da bagno in mezzo alla natura. Imbocchiamo fiduciosi la strada F208 che si presenta subito sterrata ma dopo pochi km diventa una vera e propria pista. Godiamo della splendida visione di paesaggi bucolici, ma la meta ci sembra parecchio lontana, tanto che dopo un’ora e mezzo di strada l’incontro con un arzillo vecchietto ci fa capire che conviene desistere, in quanto non eravamo ancora neanche a metà del percorso. Così ritorniamo sui nostri passi con l’acquolina in bocca per un bagno “naturale”. Il navigatore e la cartina non particolarmente dettagliata ci hanno tradito.
Ritornati sulla strada maestra ci dirigiamo verso Jakursarlon, durante il percorso effettuiamo una sosta a Skaftafell, ai piedi del ghiacciaio Vatnajokull.
Arrivati a Jokursarlon riusciamo in extremis ad imbarcarci sull’ultimo gommone che solca la laguna glaciale nella giornata. Lo spettacolo è magnifico con la presenza di iceberg che affiorano in misura limitata, circa il 10 % della loro superficie complessiva. La nostra guida ci illustra tutte le caratteristiche di questa laguna, ricca di pesci, soprattutto trote e salmoni, e foche che vediamo affiorare di tanto in tanto e tuffarsi a caccia di pesci. Scopriamo inoltre che la lingua del ghiacciaio un tempo arrivava fino al mare poi ritirandosi ha formato questa laguna che rappresenta uno spettacolo unico al mondo, oltre al fatto che è stata utilizzata anche come set cinematografico per un film di James Bond, alias 007. Nostri compagni d’avventura in questa gita sono un interista anconetano con relativa compagna, con il quale scopriamo di avere diverse affinità, in quanto anche lui ha visitato la Patagonia e si trovava a Madrid nello stesso giorno (22/05/2010) e nello stesso luogo (Santiago Bernabeu) dove ci trovavamo anche noi. I casi della vita……..
Riusciamo a giungere nella fattoria di Smyrlabjorg giusto in tempo per assaporare il miglior buffet di tutta l’Islanda, come assicurato dalla ragazza della laguna. In effetti abbiamo la possibilità di gustare tutte le specialità islandesi dai vari tipi di pesce, aringhe e merluzzo cucinati in vari modi, all’agnello, fino ad arrivare al mitico skyr, che diventerà un “must” della nostra vacanza.
Il mattino seguente, dopo la notte contraddistinta dalla solita difficoltà a prender sonno, lasciamo la nostra fattoria con le cameriere soprannominate “sorella di Thor” una e “ghette rosse” l’altra e ci dirigiamo verso Hofn, la metropoli dell’ Islanda sud-orientale, ben 2070 abitanti peraltro ben nascosti difatti abbiamo visto solo bambini che con sgargianti magliette del Manchester United erano impegnati in una partita a calcio su un verdissimo campo da calcio. In effetti abbiamo riscontrato una significativa concentrazione di campi da calcio.
Proseguiamo con destinazione Egilstaddir , che sarà la meta da raggiungere nel corso della giornata.
Dopo la “giornatona” di ieri, oggi abbiamo una giornata più tranquilla ma che sicuramente ci offrirà lo stesso stimoli ed emozioni.
Strada facendo ci fermiamo per alcune splendide foto del ghiacciaio, mentre poi la strada dopo una galleria, che è la prima che incontriamo, cambia completamente paesaggio ed entriamo nella zona dei fiordi. Ci fermiamo per una sosta in un paesino, Djupivogur, molto carino e raccolto, posizionato proprio sulla punta di un fiordo. Effettuiamo qualche acquisto in un piccolo negozio, dove poniamo la domanda di rito alla simpatica vecchietta che gestisce l’attività: where are the puppins? Ovvero dove sono le pulcinelle di mare, considerato che in questa stagione vanno a riprodursi proprio nell’isola di Papey, esattamente di fronte al piccolo borgo nel quale ci troviamo? La signora con garbo ci dice che i puppins sono sull’isola e non attraversano il minuscolo braccio di mare che separa l’isola dalla terraferma per farsi vedere dai turisti. Peccato altro tentativo sfumato!
Proseguiamo per fiordi fino a Breiodalsvik, dove prendiamo la strada interna per Egilstaddir.
La strada è da subito sterrata, il paesaggio è stupendo rappresentato da un’ampia vallata, probabilmente di origine glaciale dove incontriamo solamente tantissime pecore che, singolarmente o a piccoli gruppi, vagano per i pascoli e sulla strada, non preoccupandosi a volte nemmeno di spostarsi se non invitate da squillanti colpi di clacson. Siamo tutti divertiti da questa situazione, i ragazzi in particolare.
Arriviamo in cima alla vallata e ci perdiamo a vedere e fotografare una bella cascata che domina tutto il paesaggio circostante: magnifico veramente il trionfo della natura. Scolliniamo e proseguiamo per Egilstaddir, dove abbiamo una gradita sorpresa. Questa notte non dormiremo in camere normali ma in singoli bungalow distribuiti nel parco dell’ Icelandic Farm Holiday Envirraya. I ragazzi sono entusiasti, è veramente la ciliegina sulla torta di una vacanza che ogni giorno ci sta sempre più affascinando. Questi bungalows sono delle casette in legno con una piccola veranda ed all’interno un angolo cottura, dei letti ed un minuscolo bagno. Che atmosfera!!
La giornata non è ancora finita: infatti la nostra sete di conoscenza e di curiosità ci porta ad andare a visitare il paesino di Seydisfjordur, situato nell’omonimo fiordo. Questa località viene raggiunta superando un passo con temperatura molto bassa ed innumerevoli piccole cascatelle, ed è il luogo dove attraccano le navi che giungono dalla Danimarca e dalle isole Faroer. E’ caratterizzata da edifici molto particolari sui quali riversiamo abbondantemente le nostre attenzioni fotografiche.
Dopo un’ottima cena a base di T-bone, ci ritiriamo presto, perché l’indomani la sveglia è all’alba, in quanto la tappa è piuttosto lunga e impegnativa.
La notte nel bungalow trascorre benissimo e all’alba siamo carichi per affrontare una giornata entusiasmante.
Andiamo a fare colazione, e dobbiamo lasciare all’ingresso del locale le nostre scarpe come tutti gli altri ospiti. Questo non ci impedisce di consumare il nostro breakfast con il solito appetito. Abbiamo solo provato l’ebbrezza di una colazione a piedi nudi. Partiamo per un lungo trasferimento che ci porta dopo due ore di viaggio alla cascata di Dettifoss, che non è la più bella ma sicuramente la più potente di tutta l’Islanda. Il fiume che le dà origine forma una sorta di canyon con la presenza di altre due cascate, una precedente Selfoss e una successiva Hafragilfoss, nel giro di pochi km, tanto è vero che si può andare a piedi da una all’altra.
Proseguiamo per Asbyrgi dove siamo in presenza della parte finale di un vero e proprio canyon. Ritorniamo verso la costa dove una meravigliosa strada ci porta ad Husavìk, località portuale famosa soprattutto perché partono le imbarcazioni che fanno “whale watching”. La cittadina è veramente carina in una giornata di splendido sole che riflette nel piccolo porto, sul quale si affaccia un’invitante negozietto gestito da due ragazze che propone un ottimo e gustoso “fish & chips” sul quale ci avventiamo famelici, dando piena soddisfazione testimoniata anche da un bis collettivo.
Nel giretto a piedi incontriamo tra l’altro anche un simpatico museo, il “phallologicum museum”, dove possibile trovare gli attributi di diversi appartenenti alla specie animale uomo incluso.
Attraverso una strada molto affascinante, “american style”, prevalentemente sterrata giungiamo al lago Myvatn e dopo le foto di rito, immediatamente la nostra attenzione è rivolta a scovare i Bagni naturali di Myvatn. Il paesaggio circostante è quasi lunare costituito da crateri e lava., la piscina di acqua sulfurea è assolutamente rilassante. Infatti la temperatura dell’acqua a 45 °, il cielo terso e luminoso in mezzo a questo ambiente, creano un’atmosfera suggestiva difficile da rendere in prosa..
Trascorriamo così due ore fantastiche, inizialmente doveva essere solo un’ora, poi a maggioranza bulgara (100 %) decidiamo di prolungare ……………
Si riparte prossima destinazione Godafoss. Sulla strada ci soffermiamo a dare una visione d’insieme del lago Myvatn e zone limitrofe decisamente affascinanti.
La cascata di Godafoss, altrimenti definita la cascata degli dei è veramente maestosa, molto bella la visitiamo sopra e sotto come al solito, cogliendone tutte le sfumature possibili.
Lasciata Godafoss ci dirigiamo verso Akureyri, la capitale del Nord, città al limite del circolo polare artico, con un fascino particolare…………….. l’unica vera città dell’Islanda oltre a Reykjavik, capace di avere un’università, un piccolo aeroporto ed un giardino botanico con piante provenienti da molteplici paesi che sopravvivono benissimo ed in modo assolutamente impensabile a queste latitudini. Il parco, situato in una zona che gode ovviamente di un microclima particolare, domina la collina di Akuyeyri in una posizione incantevole.
Arrivati ad Akuyeyri, dopo ampia contrattazione che dura da un paio di giorni viene scelto locale dal nome Greyfinn per la cena. La scelta soddisfa tutti, i ragazzi in particolare in quanto trattasi di………….hamburger. Siamo serviti da una simpatica ragazza che è stata in Italia a Rimini con scambio culturale scuola e se la cava decisamente bene con la nostra lingua. Anche questa sera concludiamo con lo skyr, tanto per cambiare.
Dopo una visita notturna della città, ivi compresa una palestra con vista sul fiordo dove Stefano dice di voler iscriversi rientriamo verso il nostro alloggio dove ci dilettiamo di foto del tramonto di ……. Mezzanotte. Che bello in un’atmosfera surreale e speciale con un sole che non vuole saperne di andare a dormire, infatti buio vero e proprio non diventa mai, e già non vede l’ora di sorgere nuovamente. Siamo nel nord dell’Islanda, quello rivolto al Polo Nord tanto per capirci. Andiamo a coricarci veramente soddisfatti dello spettacolo che anche stasera Madre Natura è riuscita ad offrirci.
Al mattino, dopo un’approfondita visita di Akureyri, imbocchiamo la strada per la lunga tratta che ci aspetta nella giornata. Decidiamo all’unanimità di allungarla ulteriormente andando a visitare un fiordo, Siglufiordur, cittadina che ha avuto un grande passato legato alla industria della pesca ed della conservazione delle aringhe che arrivava ad occupare fino a 10.000 persone. Ora per le vie ordinate del borgo si trovano poche persone e nel porticciolo qualche imbarcazione retaggio di un antico passato . Al posto degli stabilimenti produttivi sorgono due strutture ricettive, bar e ristorante, dai colori sgargianti e di rapido impatto, ovviamente molto fotogenici. Un giallo molto forte ed un rosso altrettanto vivace donano infatti una luminosità ed una felicità a questa ridente località.
Dopo un veloce spuntino a base di crepes, ci rimettiamo in auto percorrendo ancora bellissimi tratti di costa finchè la strada svolta verso l’interno dove troviamo bellissimi pascoli con stupendi cavalli dalle criniere quasi dorate. Una piccolissima sosta a visitare le case con il tetto ricoperto di torba a Glaumbaer e poi via ritorniamo sulla strada numero 1 direzione Borgarnes, anzi Hraun…., dove a dispetto delle aspettative troviamo una fattoria molto accogliente con ottima cucina e camere molto curate.
A tutto questo aggiungiamo due biondi labrador simpatici e giocherelloni e……. concludiamo la giornata visitando le cascate di Hraunfossar. Sono cascate particolari dove l’acqua sembra sgorgare in mezzo alle roccie di lava.
L’indomani ci si sveglia, sapendo che purtroppo è l’ultimo giorno di questa bellissima vacanza. Direzione Laguna Blu: passiamo da un innovativo tunnel sottomarino posizionato nella baia tra Akranes e Reykjavik. Ci siamo volutamente lasciati un po’ di tempo da dedicare alla Laguna Blu, dove infatti trascorriamo quasi tre ore, facendo il bagno in un’atmosfera unica al mondo con l’acqua fumante di un colore azzurro in mezzo a rocce laviche, con centinaia di persone che, come noi si rivestono di fango silice la il viso al fine di ottenere una pelle più morbida . In effetti oltre al piacere di stare in questa enorme piscina geotermica con acqua a 40 °, ci sono anche delle cure specifiche soprattutto per la pelle che vengono praticate. Come al solito non ci facciamo mancare nulla e pertanto andiamo nella grotta, sotto una doccia con getto potente particolarmente rilassante per spalle e schiena ed infine nel bagno islandese a sudare un po’.
Purtroppo il tempo è sempre tiranno e quindi torniamo verso Reykjavik, previa sosta da Kfc, impraticabile per qualcuno ottimo per gli altri, e visita della spiaggia dove gli abitanti di Reykjavik sono soliti recarsi d’estate, direttamente sull’oceano a fare il bagno e a prendere il sole: incredibile!
Dopo aver consegnato l’auto e aver preso possesso delle nostre camere in Hotel, lo stesso dell’andata, giriamo a piedi per il centro di Reykjavìk: è proprio una bella cittadina molto viva già nelle ore del tardo pomeriggio ma che ci sorprenderà soprattutto di sera e di notte quando diventa viva e brulicante di gente più che mai. I negozi sono molto carini, riusciamo a fare gli ultimi acquisti che avevamo volutamente lasciato per Reykjavik,ed a salire in cima al campanile della cattedrale per fotografare la città dall’alto, prima di gustarci l’ultima cena islandese che come già pianificato da tempo sarà all’Icelandic Fish & Chips . Come sempre diamo soddisfazione al cuoco, concludendo in bellezza questa vacanza che ci ha soddisfatto, oltre che per tutte le magnifiche cose che abbiamo visto e per il tempo che è decisamente stato dalla nostra parte (non una goccia d’acqua in una settimana) anche dal punto di vista alimentare, aspetto certamente da non tralasciare.
Dobbiamo andare in hotel perché domani mattina la sveglia suonerà presto, molto presto precisamente alle 4 e 45, perché alle 5 e un quarto il taxi sarà pronto per condurci in aeroporto, ma nessuno di noi ha voglia di precipitarsi in hotel e preferiamo bighellonare ancor un po’ per questa affascinante cittadina, la capitale più a Nord del mondo, scoprendone angoli particolari con la luce di un sole che si sta stancamente addormentando. Invece di diminuire il numero delle persone per le strade sembra aumentare per prepararsi ad una notte di festa : è venerdì sera e come in tutti i paesi del Nord è la sera della baldoria.
Ci ritiriamo in Hotel, ma la mattina dopo troviamo ancora molti superstiti della notte passata in giro per le strade della città: che movida !
Islanda bye- bye, si un arrivederci perché questo è il nostro pensiero mentre l’aereo della Iceland Express con pubblicità del tour mondiale degli Iron Maiden sulla carlinga, si leva in volo lasciando il paesaggio lunare o marziano verso il cielo azzurro. Scorgiamo dall’alto la Laguna Blu, ultima visione prima di abbandonare questa bellissima isola che ci ha conquistato e rimarrà per sempre nei nostri cuori.