21 Ott IMPRESSIONI DI CINA: E’ VICINA O LONTANA?
Viaggio insonne perché malgrado gli studi fatti per dormire poco prima si è dormito poco anche sull’aereo.
All’arrivo ci siamo lasciati “infinocchiare” da un cinese che ci ha proposto per la modica cifra di €80 un unico trasporto con un pulmino per tutti e quattro più le valigie.
No comment: un po’ di giri a vuoto ma senza rovinarci l’armonia
Dopo una breve e salutare “ronfatina”(per chi ha potuto) ci è subito lanciati nell’esplorazione della “Parigi d’Oriente” in taxi fino al Bund, passeggiata lungo il Bund con vista ( limitate causa nebbia) sui grattacieli di Pudong al di là del fiume e disamina di tutti i bei palazzi in stile tipicamente europeo di inizio ‘900 dalla Dogana all’hotel Peace, partendo dal Shanghai club.
Abbiamo poi imboccato Nanjing Road , principale arteria commerciale della città, con tutte le catene di negozi da Apple a GAP, le marche da Burberry alle principali marche italiane per non citare tutti i “must” alimentari dei negozi, da KFC a svariati McDonald’s passando per Subway.
Ne mancava solo uno, che ovviamente era proprio quello che noi cercavamo: l’Hard Rock Cafè che abbiamo scoperto successivamente aver chiuso i battenti nel 2004.
La ricerca però ci ha consentito di girare in lungo e in largo la città, approfondendone la conoscenza .
La prima impressione è quella di una città strana, piena di contrasti con praticelli che sembrano toccare il cielo, strade avveniristiche con cerchi concentrici su stessi che sfidano le viuzze e gli edifici appartenenti ad un’altra epoca della storia della città.
Questo contesto sarà ancora più evidente nella giornata di mercoledì quando ci dedicheremo, tra l’altro alla visita della città vecchia e alla zona dell’ex conceria francese.
L’atmosfera di questo primo approccio alla città ricorda molto il film “Blade Runner” con una luce tetra, una pioggerellina costante quasi simile ai vaporizzatori usati nei supermercati.
Ci sono angoli che sembrano tipicamente europei con viali alberati distinti e ordinati, altri tipicamente americani con grattacieli che si sormontano e altri infine e giustamente tipicamente con negozi molto kitsch da vedere, dai cui fuoriescono, se trattasi di alimentari, sapori o meglio odori non proprio consoni alle nostre aspettative e gusto.
Tutto questo è Shanghai, una città sicuramente cosmopolita che ha avuto la forza ed il coraggio di cancellare anche urbanisticamente il proprio passato, come testimoniato dalle nuove costruzioni e dagli innumerevoli cantieri aperti, talvolta coinvolgenti interi isolati, una città dove convivono diverse anime sia sotto l’aspetto etnico che quello sociale, dove la differenza tra ricchezza e povertà è notevole come in tutte le fasi di sviluppo capitalistico.
Questo oltretutto è una via nuova allo sviluppo ed al capitalismo: quella asiatica.
La città, anzi la megalopoli, è enorme, costellata di palazzoni, che più ci si allontana dal centro e più appaiono come uno strumento urbanistico frutto di un modello americano ma in salsa dirigistica.
Dopo un compromesso fatto di patatine da McDonald’s e te/ cioccolata da Sturbucks rientriamo in hotel dove ci aspetta un piacevole buffet dove facciamo un piccolo assaggio di cucina cinese.
A cena però preferiamo non rischiare e stare sul classico: scegliamo una steakhouse interna all’hotel dove soddisfiamo il nostro palato ed il nostro gusto.
Via poi a dormire (almeno si spera) perché la giornata successiva sarebbe stata molto impegnativa sia per chi è venuto a lavorare (fiero) che per chi è venuto in vacanza.
Infatti l’indomani mattina la sveglia suona alle 5 ( o doveva suonare alle 5) poi aereo con destinazione Xi’an a visitare un sito riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO: l’esercito di terracotta.
Alle 6.00 siamo già in aeroporto, ci imbarchiamo su un volo dove siamo praticamente gli unici italiani (pardon) occidentali o facce bianche in mezzo a tanti cinesi.
Finalmente alla partenza vediamo anche il sole, abbiamo scoperto che ogni tanto fa capolino anche da queste parti, però fa sempre il prezioso e dopo poco più di mezz’ora dal decollo ci abbandona per tutto il resto della giornata.
Il viaggio prosegue bene, i ragazzi, esaurita la dose mattutina di ilarità e gioiosità, vengono presi tra le braccia di Morfeo, io leggo al solito.
L’unico momento poco felice è rappresentato dal passaggio del carrello delle vivande, al cui tragico profumo non ci siamo proprio abituati.
Decliniamo la gentile offerta concedendoci uno strappo con un tè abbastanza accettabile.
Arriviamo a Xi’an con un po’ di ritardo, già solo vedendo lo schieramento di aerei in pista e la grandezza dell’aeroporto stesso ci si rende conto della maestosità di questo paese.
Dopo qualche “qui pro quo” troviamo le persone che si devono occupare di noi, veniamo caricati in auto, una Buick americana, e condotti dal solito autista “muto”, parla solo cinese, alla nostra destinazione.
Qui veniamo consegnati a una guida che ci condurrà con una valida presentazione alla visita di questo capolavoro.
Come ci viene spiegato, nel 1974 un contadino scavando per cercare l’acqua per costruire un pozzo, trova invece la sagoma di un soldato in terracotta, in ottime condizioni.
Scavando scavando, di soldati ne vengono alla luce migliaia: un vero e proprio esercito, l’esercito di terracotta.
Ci sono quattro aree di scavi aperti, i lavori continuano giorno per giorno, l’area è estremamente estesa ed inoltre stanno facendo un profondo lavoro di recupero utilizzando anche i più sofisticati hardware e software che la tecnologia offre per mettere insieme anche quelli che sono singoli pezzi e ricostruire i guerrieri mancanti.
Il lavoro incredibile è stato anche quello di ricostruire tutta la storia e le varie tipologie di soldati ed il loro grado di importanza
Molto bello, ne è valsa veramente la pena anche perché stiamo parlando di qualcosa di unico al mondo.
Un’esperienza incredibile!!
Uno sguardo alla botanica non guasta, in questo luogo così lontano ci sono anche piante a noi familiari come magnolie e ginkobiloba
Dopo un’ accurata gimkana nei vari negozietti che circondano il luogo, compriamo solo un magnete ci concediamo una rilassante pausa in una casa del tè, dove sorseggiamo un ottimo tè tra le tante esposte e disponibili, anche qualcun altro preferisce rimanere su un’ottima cioccolata.
Dopo di che essendoci già l’autista ad attenderci, si rientra all’aeroporto per intraprendere il villaggio di ritorno a Shanghai, non senza aver notato durante il percorso in auto la presenza di una centrale nucleare in funzione e particolarmente inquinante nonchè l’esistenza di enormi macchie di funghi sul territorio rappresentate da grattacieli alcuni già costruiti altri in costruzione.
Il terzo giorno cinese comincia con la visita al Tempio di Giada di Buddha.
Mentre ci facciamo condurre dal taxi con il solito loquace taxista, abbiamo modo di notare ora un particolare edificio (grattacielo) soprannominato “il cavatappi”, dalla forma sembra proprio voler aprire una qualsiasi bottiglia su di un ponte particolare con poi la solita spirale di strade sottostante.
Arriviamo al Tempio: siamo in pieno centro a Shanghai eppure il tempo sembra essersi fermato, che pace, che tranquillità, solo qualche monaco buddista, profumo di incenso un angolo veramente incantevole nel caos metropolitano.
Dalla foto della selva di grattacieli circostanti si vede anche quello che sarà il tema della vacanza: il contrasto ! C’è anche un piccolo laghetto con pesci multicolori e primitivi.
Dopo di che altro taxi e via verso Nanjing Road, dove la famiglia si riunisce in mezzo alla pazza folla.
Qualche ora dedicata allo shopping con rientro in hotel e poi via ad immortalare lo skyline notturno del Bond, dove tra una posa e l’altra, una barca di passaggio, ci scateniamo in una panoramica di foto.
Poi eccoci lanciati a Xiantandi, un piccolo gioiellino brulicante di persone e di locali anche all’aperto con un taglio molto occidentale.
Infatti finiamo a cenare in una tipica birreria tedesca (eh, eh!!).
Il mattino successivo ultima visita a Shanghai, la città vecchia, finalmente tipicamente cinese con dedali di via trafficate piene di negozi, bar, ristoranti ecc…
Andiamo a visitare gli You Garden, altra oasi spettacolare in pieno centro cittadino, con piante di ogni tipo, laghetti, rocce.
Facciamo fatica ad uscire ma purtroppo bisogna correre perché il programma prevede di prendere l’aereo per Pechino dove arriveremo in serata.
Durante il volo ci dilettiamo a fare delle spettacolari foto al tramonto.
L’arrivo non è dei migliori, cercano di fregarci ancora in aeroporto litighiamo con tassisti e non, ma alla fine riusciamo ad arrivare in hotel e che hotel, il Grand Hyatt di Pechino anzi Bejing come si dice adesso.
La mattina successiva, dopo una dormita ristoratoria, troviamo nella hall la nostra giuda ad attenderci.
Si chiama Li, è un ingegnere di 50 anni, che oltre alla moglie ha deciso di lasciare anche il lavoro di ufficio e mettersi a fare la giuda turistica.
Parla molto bene l’italiano, ha un figlio che studia in Università a Padova.
Ci accompagnerà per tre giorni.
Cambio di programma: in funzione delle previsioni del tempo ci dirigiamo verso la Grande Muraglia.
Arriviamo a Badeling. e iniziamo ad arrampicarci (to climb) sulla Grande Muraglia.
È stupenda, un opera unica, purtroppo non siamo particolarmente fortunati riguardo al tempo: c’è una foschia che non permette di poter fare delle ottime foto, nonostante ciò siamo ugualmente soddisfatti.
Incominciamo a scoprire che per molti cinesi è un privilegio fare foto con occidentali per cui spesso siamo stati fermati da persone che ci chiedono di fare foto con loro.
Riusciamo anche a fare acquisti: il nostro contributo all’economia lo diamo sempre!!
Dopo le visite ad una fabbrica di artigianato e pranzo ci dirigiamo a vedere la via sacra e le tavole dei Mung.
La sera trascorre con qualche pericolo tra un Hard Rock che non c’è , un ristorante cinese che non ci aggrada e la difficoltà di trovare i taxi in una zona sconosciuta di Pechino.
Finché riusciamo a tornare in hotel dove ceniamo a “made in china”, ottimo ristorante cinese.
Sabato 27 ottobre Piazza Tienanmen, qui comincia la nostra giornata.
Smisurata, imponente, la più grande piazza del mondo , non tanto caratteristica se non per la presenza del Mausoleo di Mao.
Si attraversa la strada e dal tempio del comunismo si torna al feudalismo della “città proibita” dove l’imperatore viveva con l’imperatrice, figli, concubine, e compagnie cantando.
E’ maestosa, in pieno centro a Bejing, è impressionante anche il numero di persone che ogni giorno la visitano, solo sabato eravamo 120 mila.
L’ingresso è sovrastato da un grande ritratto di Mao, a proposito vendono dappertutto il libro rosso dei pensieri di Mao (quello della rivoluzione culturale) e cappellini verdi con stella rossa.
Ci sono persone di tutto il mondo, abbiamo visto comitive di norvegesi, di inglesi oltre ai soliti noti.
La visita è molto interessante, scopriamo tutto di come si viveva all’interno della città imperiale, vediamo le abitazioni ed i locali com’erano e nei quali abitavano, scopriamo che già avevano un notevole sistema di riscaldamento con tubazioni sotto al pavimento. Evoluti!!!
Oltre alla residenza propriamente imperiale ci sono poi gli appartamenti destinati alle concubine, ai funzionari e un bellissimo giardino: il tutto in pieno centro a Pechino. All’uscita attesa del minibus e poi dritti verso un ristorante dove, dobbiamo riconoscerlo, pranziamo a detta di tutti, molto bene: dal maiale in agro dolce al riso alla cantonese per passare a un ottimo manzo con verdure nonchè del pollo per pochi, ma non per tutti.
Ok si riparte destinazione paradiso o quasi… infatti andiamo a visitare il tempio del cielo, luogo che era solito essere frequentato con tanto di sacrifici, non umani ma animali, in occasione di qualsiasi lieto evento che poteva essere la vittoria di una battaglia piuttosto che la nascita di un figlio e cosi via.
E’ molto bello, ci si rende conto anche in questo caso della maestosità dell’opera che e stata realizzata a pochi passi dal centro cittadino.
Dopo un’accurata visita rientriamo in hotel, non senza aver visitato un magazzino alla ricerca delle “nike perdute”.
Ci dilettiamo prima del rientro in una serie di foto notturne alquanto significative e particolari che testimoniano più che mai quanto Pechino sia diventata un’enorme metropoli, con migliaia di auto.
Perché no, per rilassarci cosa c’è di meglio di un tuffo nella piscina in stile tropicale con tanto di suoni di sottofondo, presenti in hotel.
Un po’ di idromassaggio a 50° ci bolle e ci rilassa completamente.
La mattina successiva si parte con destinazione il palazzo d’estate.
Come già si intuisce dal nome si trattava della residenza estiva imperiale, situata appena fuori Pechino in una posizione sicuramente più fresca con tanto di montagne alle spalle ed un bel laghetto.
Rimane particolarmente impressa una bellissima passeggiata coperta che è stata fatta costruire dall’imperatrice Cixi ( si quella della rivolta dei boxer, quella dei 55 giorni a Pechino), nonché la mamma dell’ultimo imperatore Pu Yi (quanta cultura cinematografica).
È un posto incantevole, decisamente sapevano scegliere bene…
Ora, dopo aver chiesto e ottenuto una piccola deviazione per vedere almeno dall’esterno il mitico “nido d’uccello” , lo stadio delle olimpiadi, ci dirigiamo verso gli Hutang, i vecchi quartieri con strette viuzze dove si riesce a passare solo con i risciò.
È particolare questo giro in una Pechino antica con piccole strade, vecchie case e negozi che vendono di tutto e di più.
Abbiamo la possibilità di visitare una vecchia casa, vediamo ancor oggi i locali abitati, ci sono anche due stanze che vengono affittate ai turisti 30€ per camera!! WOW!!
Il nostro “risciò driver” è un asso, semina tutti gli altri, sono simpatici questi ragazzi!!
Qui chiediamo alla nostra guida un “over time” alla grande muraglia nel pomeriggio.
Le donne si dedicano allo shopping, gli uomini a visitare la grande muraglia in un altro punto sicuramente molto meno turistico rispetto a Badeling : fantastico !!! la zona non è aperta al turismo ufficiale perché ci sono pezzi di percorso non agibili con gradini rovinati o mancanti. Facciamo almeno 400 metri i dislivello giungendo in cima ad un costone da cui si domina una bellissima zona ed un notevole tratto di “grande muraglia” . I pensieri che ci accompagnano nelle salite e nelle discese ardite (citando il poeta) sono relativi alla maestosità dell’opera ed alla sua realizzazione , difficilissima se non impensabile vista la natura del territorio impervio ed al fatto che sia l’unica visibile ben riconoscibile anche dallo spazio. E ‘ un’esperienza unica, siamo soli in queste lande remote, fuori dai canoni classici del turismo di massa. Veramente bello ed affascinante!! Il rientro in città invece è tipico del rientro da weekend, verso una matropoli, immersi nel traffico ……….
Rientriamo a Bejing dove trascorriamo l’ultima sera prima della nostra partenza per l’Italia che avviene l’indomani.
Una settimana di Cina tra Shanghai, X’ian e Pecchino ci hanno consentito di avere delle impressioni di Cina, questo enorme paese così grande, così complesso, così contradditorio così sospeso tra passato, presente e già proiettato nel futuro.