VIAGGIO IN OMAN

VIAGGIO IN OMAN

Ore 22.25 in perfetto orario ecco staccare dalla pista di Malpensa T1 l’airbus della OMAN AIR direzione Mascat.

L’aereo è pieno o come direbbero nel corso di una trasmissione radiofonica sportiva, gremito in ogni ordine di posti.

Le facce sono prevalentemente quelle di chi vuole regalarsi qualche giorno di vacanza ad un clima diverso dal nostro rigido inverno.

L’atterraggio, molto soft, è in orario. Dopo l’interminabile ed evitabile coda per pagare 10 € di visto di ingresso eccoci ribaltati in un clima estivo con un magnifico sole e una fortissima luminosità.

Pronti via! La nostra guida semi-indigena (italiana residente in Oman)è ad attenderci con tanto di “jeeppone” 4×4 Toyota adatto anche ad andare nel deserto e pertanto particolarmente richiesto. Vanno praticamente a ruba e noleggiarlo non è stato facile.

Lungo il tragitto che ci separa dall’hotel (Intercontinental) abbiamo modo di incominciare a vedere ed a capire il paesaggio circostante.

Non ci sono mega grattacieli come a Dubai, ma tutti immobili nuovi di colore bianco, di altezza limitata.

Vediamo sulla destra l’imponente Grande Moschea che ci ripromettiamo di visitare nei prossimi giorni

Vediamo inoltre l’enorme porta, tutta in oro massiccio, della sede di un importante istituto bancario svizzero.

L’autostrada corre nella città, concetto diverso da quelli tipicamente occidentali e risalenti alla cultura greco-latina. Infatti non esiste una vera polis ma tutta la distanza tra il nucleo originario (la vecchia Muscat) e l’aeroporto è coperta da diversi quartieri di nuova costruzione.

C’è il quartiere dei ministeri, quello delle ambasciate, quelli con negozi e centri commerciali, il tutto attraversato da strade a quattro corsie, a scorrimento veloce che consentono di spostarsi rapidamente da una parte all’altra di questa città.

Arriviamo all’altezza dell’Opera House, struttura architettonica molto bella ed imponente, voluta dal Sultano, da sempre grande appassionato di musica classica, ed inaugurata nel 2011.

L’Opera House costituirà il nostro punto di riferimento in quanto l’Hotel Intercontinental si trova proprio alla sue spalle direttamente sul mare.

Prendiamo confidenza con la struttura dell’albergo, rimanendo folgorati dalla fotografia che troneggia nella hall e che raffigura l’hotel quando è stato costruito nel 1977. Intono non c’era assolutamente niente, solo sabbia: ora è circondato da molteplici edifici. E’ un altro importante iniszio che ci fa capire il notevole sviluppo che ha avuto questo paese negli ultimi 40 anni sotto la guida illuminata del Sultano Qaboos.

Un meritato riposo al sole, tra un tuffo in piscina e l’altro, giusto per ritemprarsi dopo il viaggio ed il transfert.

Poi un po’ di presa di contatto con la città verso sera, con una visita alla maestosa struttura dell’Opera House con tutti i negozi ed i ristoranti che la circondano. Dopo una breve tappa in un centro commerciale dove le march che si trovano sono le stesse presenti in qualsiasi centro commerciale occidentale, per acquistare sim omanita ed altri generi di prima necessità come si suol dire, si decide dove andare a cena.

Al fine di favorire un graduale impatto con il cibo locale si opta per andare al Grand Hyatt.

La struttura è molto bella, tutta con ambientazione natalizia, molto coreografica ma ….. la soddisfazione del buffet, soprattutto per chi lo attendeva con ansia, non è stata pari all’altezza, pur essendo veramente notevole e completo. Comunque la cena viene gustata da tutti in un ambiente carino, elegante e raffinato.

29/12/2013

Dopo una splendida dormita tonificante appuntamento alla mattina successiva con meta la spiaggia forse più bella di Mascate, la spiaggia ell’ODC, alias Oman Diving Centre.

Per andarci passiamo dall’antico nucleo di Muscat e da Matrah, dove si trova l’antico Suq, che ci ripromettiamo di visitare nel pomeriggio sulla strada del ritorno.

Passato l’Al-Bustan Hotel e il grandioso complesso della Corte Suprema, seguendo la litoranea, ecco comparire sulla sinistra la splendida baia dell’ODC, con le aue di colore azzurro ch contrastano con il colore delle rocce fornendo un impatto veramente esplosivo.

Dal panorama mozzafiato viso dall’alo scendiamo alla spiaggia molto carina delimitata dalle palme caratterizzata da una sabbia molto fine. Nella spiaggia si trova anche un’ottima struttura di bar molto particolare ma anche molto occidentale: si vendono alcoolici.

Iniziamo un percorso a piedi lungo le rocce che circondano la piccola baia per scorgere punti ancora più interessanti dove scattare fotografie relative al paesaggio o immortalare i propri compagni di viaggio.

Il paesaggio è veramente mozzafiato come dl resto la spiaggia che raggiungiamo successivamente a nuoto. Veramente unica con sabbia bianchissima e mare cristallino: che bello! Magnifica !!!

La spiaggia è abbastanza frequentata, segno di una crescente e meritata popolarità, si sono quasi esclusivamente occidentali, anche perché come abbiamo modo di verificare, gli omaniti non amano fare il bagno in mare. Infatti amano frequentare le spiagge soprattutto per organizzarci pic-nic nei giorni festivi, venerdì e sabato, e passeggiate nelle ore serali.

A proposito di giorni festivi, prima erano il giovedì ed il venerdì, che corrispondevano ai nostri sabato e domenica, poi il Sultano ha deciso di cambiare, perché altrimenti i giorni della settimana in cui poter lavorare con l’occidente rimanevano solo tre: lunedì, martedì e mercoledì!

Mentre lasciamo la bellissima spiaggia dell’ODC, facciamo una puntatina a vedere anche il vicino resort dello Shangri-là, costituito da tre strutture alberghiere con spiaggia e parco-giardino in comune: veramente notevole!

Sulla strada del ritorno ci si erma a scattare fotografie nei punti panoramici più interessanti, individuando scorci di costa molto belli.

Rientrando verso la città ci fermiamo, come promesso, alla vechhia Muscat, dove vediamo il palazzo del Sultano, the Al Alam Palace, costruito nel 1972: è la sua residenza ufficiale.

Possiamo arrivare solo fino all’ingresso del palazzo perché oltre non è consentito andare. Ci andiamo, percorrendo il viale di accesso al palazzo, costeggiato di piante dalla forma lunga e affusolata che in Italia non esistono.

Riprendiamo l’auto e ci fermiamo, dopo essere passati lungo la costa vicino al grande incensiere, posto sopra una collina dominante Matrah, sul lungomare dove parcheggiamo l’auto.

Nel porto è ben visibile una nave della Costa Crociere accanto ad un enorme yacht, forse più nave, di proprietà del Sultano.

Lungo la passeggiata a mare vediamo coppie di omaniti con bambini al seguito e persone sedute a discutere ed a conversar amabilmente. Decidiamo di entrare a visitare il Suq, il vecchio mercato che è totalmente al coperto, come ci viene spiegato soprattutto per il periodo estivo quando le temperature sono intorno ai 40°/45° C e sarebbe impossibile accedervi se all’aperto.

E’ un’esplosione di colori quella offerta dai molteplici negozi che propongono i loro prodotti, che spaziano dall’artigianato locale alle pashmine fino ai classici souvenirs che tanto attirano i turisti in ogni luogo del mondo: magneti, tazze, oggetti ricordo di vario genere-

Il Suq viene anche definito “polipo” perché ha una testa centrale e molteplici braccia che da questa si diramano.

Rientriamo in hotel, una doccia e poi si cena : dove ??

Questa sera la scelta cade sul Turkish Restaurant dove ci si sbizzarrisce mangiando pesce conosciuto come gamberoni e calamari ma assaggiado anche gli ottimi appetizers locali, dai gusti particolari, il tutto accompagnato da un fantastico “lemon mint”, bevanda preparata con limone, menta ghiaccio. A detta di tutti ci starebbe bene un po’ di rum e sarebbe un mojito fantastico ma ………… non si può !

30/12/2013

Dopo la solita dormita tonificante, qualcuno non fa in tempo a toccare il letto che è già nel mondo dei sogni, ore 9 puntuali ma non per tutti, ritrovo per partenza. Programma della giornata molto intenso: visita della Grande Moschea e poi Nizwa, l’antica capitale.

Dapprima c’è una sosta forzata, in una piccola panetteria dove facciamo rifornimento di vivande, panini con formaggio, pizzette, altre delizie con spezie e spinaci. A questo punto, sapendo che non moriremo di fame o di sete, si può partire.

Grande Moschea: edificio bellissimo costruito nel 2001. Ci sono 5 minareti che rappresentano i 5 pilastri dell’Islam vale a dire fede, carità, ramadan, preghiera 5 volte al giorno e pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita. Tutta la moschea è circondata da un parco di accesso molto bello e ovviamente molto curato, c’è un prato che per come è tagliato e per il colore stesso dell’erba sembra essere ad altre latitudini ed inoltre aiuole con fiori coloratissimi.

Ma poi c’è la maestosità della moschea, come si direbbe non hanno certamente badato a spese, marmo di Carrara in abbondanza all’esterno e ben 1122 bulbi di Swarowski all’interno per i candelabri, un tappeto in pezzo unico che è il più grande del mondo e rimaniamo veramente attoniti.

Per entrare nella Moschea dobbiamo ovviamente togliere le scarpe come prevede la tradizione, ma non c’è da preoccupasi perché il pavimento ed il tappeto sono talmente puliti che si potrebbe mangiar per terra. Questa è l’unica moschea di tutto l’Oman aperta anche al pubblico non solo ai fedeli. Ce la gustiamo in lungo e in largo, scattando fotografie in abbondanza, sia all’interno che all’esterno.

Terminata la visita alla Grande Moschea tutti in auto: direzione Nizwa.

Passiamo oltre l’aeroporto internazionale quello privato del sultano imbocchiamo l’autostrada per Nizwa, che corre veloce attraverso le montagne paesaggi che si potrebbero definire “lunari”.

Nizwa, l’antica capitale politica e religiosa dell’Oman, rappresenta una tappa obbligata nella visita di questo stato.

Al centro di Nizwa si trova l’antica fortezza costruita nel 17° secolo sulle rovine di un castello del 9° secolo (Nizwa Fort). E’ una struttura molto bella e grandiosa con una torre centrale che si eleva di 34 sul resto del complesso.

La vista dalla torre centrale è stupenda infatti si vede tutta lacittà sotostante con il panorama di montagne che la circonda. Intorno vi è anche un enorme palmeto che sembra rappresentare un’oasi. Il mix di colori è esplosivo: l’ocra della fortezza, il verde delle palme e l’azzurro del cielo!! All’interno della fortezza ci sono interessantissime mostre composte da diverse sale attrezzate con oggetti, filmati e teche tesi a rappresentare i differenti momenti, dalla storia all’artigianato, agli usi e costumi. Solo che il tempo è tiranno e possiamo dedicarci solo in parte alla visione.

Tutto intorno al forte si trova il Suq dove da una parte vengono venduti i prodotti alimentari, frutta, verdura soprattutto datteri che sono la specialità locale e dall’altra oggetti di artigianato locale, otri di terracotta, oggetti in argento, il famoso pugnale ricurvo simbolo dell’Oman (Khanjar).

Anche in questo caso riscontriamo una situazione di estremo ordine, pulizia ed igiene.

Inoltre le persone omanite sono gentili e disponibili e anche nel Suq non c’è quella sorta di aggressività per spingere il turista all’acquisto di merce: non sembra neanche un paese arabo da questo punto di vista.

Forse anche per questo motivo viene definita la “Svizzera del Medio Oriente”.

Lasciamo Nizwa e decidiamo di proseguire per vedere Bahla ed il suo forte che è sito patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. I fermiamo giusto per vedere il forte e anche quella che chiamano la “grande Muraglia”, in realtà nulla a che vedere con quella cinese (più di 7000 km) mentre qui sono solo 12 km: comunque è tutta cultura !!

Gli altri siti patrimonio dell’Umanità in Oman sono costituiti dalle aree archeologiche di Bat, dove sono state ritrovate tombe molto antiche (5000 a.c). E’ ormai pomeriggio inoltrato e rientriamo verso Mascat, dove ceniamo in modo ottimo e abbondante come si suol dire.

Dopo cena ci dedichiamo ad una splendida visione notturna della città dall’alto, raggiungendo un punto panoramico attraverso una strada, sempre a scorrimento veloce (4 corsie) che sale verso la montagna, molto ripida. Questa è una caratteristica di tutte le strade omanite, che hanno delle pendenze, sia in salita che in discesa, molto più elevate rispetto a quelle cui siamo abituati noi, mettendo così a dura prova freni e motore.

Vista splendida e clik-clik continuo scattare di foto per immortalare la città anche con questa visione notturna dall’alto.

31/12/2013

Ultimo giorno dell’anno 2013. Decidiamo di prenderci una giornata tranquilla per due motivi: la serata di festeggiamenti on il veglione di Capodanno, come se fosse in Italia ed in secondo luogo alcuni tra di noi l’indomani mattina si sveglieranno all’alba per affrontare due giorni di mitica “desert trip”. Per cui ci si riposa tranquillamente tra piscina e sdraio.

Qualcuno però non riesce mai a stare troppo fermo e pertanto si avventura in una passeggiata lungo la spiaggia. La distesa di sabbia è ampia, vasta , la spiaggia sarà larga almeno 200 metri ed è inspiegabilmente semi deserta.

Vediamo un po’ di movimento con diverse jeep sulla sabbia ed andiamo a curiosare per vedere cosa sta succedendo. Stanno raccogliendo il pesce e lo caricano su queste jeep pick-up dove lo stivano in enormi contenitori, pressandolo e facendo uscire per poi coprirlo di ghiaccio e trasportarlo. Sono impegnate parecchie persone in questa operazione.

Rientrati in hotel le strutture che lo stesso hotel offre, dalla sauna con conseguente tuffo nell’acqua gelata, all’idromassaggio, ci si prepara per la serata.

Abbiamo prenotato la serata dell’ultimo dell’anno in un bellissimo hotel, l’Al-Bustan Palace, costruito nel 1985 in occasione di un importante vertice petrolifero. Nel grande atrio troneggia un enorme albero di Natale ed una casetta natalizia fatta di dolci. L’albero di Natale è presente in tutti i principali hotel, sintomo di un’attenzione da parte dello stato omanita anche nei confronti della religione cristiana e degli occidentali che vengono da queste parti a trascorrere le vacanze natalizie. Scendiamo dalla hall verso il giardino, che sarebbe meglio definire parco, estremamente curato come tutto il verde che viene letteralmente “creato” e conquistato al deserto. Il parco è splendidamente illuminato e la grande piscina riserva dei fantastici giochi di luce con le palme circostanti.

E’ stato allestito un grande buffet, molto valido sia in termini qualitativi che quantitativi, dove è possibile trovare ogni specialità, dai diversi tipi di salmone affumicato a ostriche, aragoste, patè, jamon serrano e così via per passare dalle paste ai formaggi, dalle specialità omanite ai dolci.

I tavoli dove cenare sono stati posizionati vicino al buffet lungo la spiaggia. E’ veramente un’atmosfera da “mille e una notte”, giusto per rimanere in tema.

Un’ottima orchestra ci allieta con una giusta “fusion” di musica prevalentemente occidentale e ci accompagna così allo scoccare della mezzanotte più importante di tutto l’anno: 3…2…1 il countdown si esaurisce ed eccoci direttamente nel 2014!!

A questo punto lo spettacolo delle lanterne arancioni che vengono lanciate nel cielo sospinte dalla piastrina che viene fatta bruciare. Il cielo si illumina con queste macchie arancioni. La musica prosegue e ci allieta la serata, l’orchestra intona pure un “happy birthday” perché evidentemente c’è qualcuno (magari proprio tra di noi) che il 1° gennaio diventa veramente più vecchio di un anno.

E’ un microcosmo quello che ci circonda da italiani a inglesi, c’è una coppia italo- inglese seduta al nostro tavolo, e poi francesi, tedeschi, arabi penso di varie nazionalità.

Trascorriamo indubbiamente una piacevolissima serata da ricordare sia per l’ambientazione che per il contenuto e riusciamo a capire anche perché l’Al-Bustan Palace Hotel è considerato tra i 10 alberghi più belli del mondo.

Percorrendo la litoranea semi-deserta passiamo dal grande incensiere, da Matrah e dal porto che indubbiamente hanno un grande fascino anche notturno.

01/01/2014

Dai fasti dell’Al-Bustan ci si proietta in una nuova realtà completamente differente a testimonianza di quanto varia ed affascinante può essere una vacanza in Oman: la gita nel deserto, la “mitica desert trip”!!!

Alle 9 puntuali, chi più chi meno, dopo una sana colazione, ritrovo con la guida che ci accompagnerà con il nostro Toyota Land Cruiser 4×4 in questi due giorni di pura avventura in mezzo alla natura.

Si chiama Sunil, è un simpatico ragazzo indiano di 27 anni, che viene dal Rajastan e che trascorre qui 6 mesi l’anno, operando come guida turistica. Parla molto bene italiano, pur avendolo studiato soltanto per un anno in India all’ambasciata italiana. Deve essere molto portato per le lingue perché, oltre a indu e inglese, sta studiando tedesco e parla, ma non scrive, anche l’arabo.

Prima di lasciare Mascat c’è una sosta forzata nella mitica panetteria “Alsalamah Bakery & Sweets” che è diventata un punto di riferimento fondamentale per l’approvvigionamento vivande. Così perfettamente riforniti, si può partire. Prendiamo la strada per Nizwa e poco prima di la sciarla a Bid Bid (sembra quasi una località familiare a Willy il coyote), facciamo rifornimento di carburante. Mi tolgo la soddisfazione di immortalare la pompa di benzina che segna 95,831 litri per la cifra di rial omani 11,50 (praticamente 23 euro) vale a dire ben 24 centesimi al litro: sarebbe conveniente venire qui a fare il pieno ogni tanto.

A Bid Bid prendiamo la strada direzione Sur, i paesaggi sono abbastanza vari poi si stabilizzano in una pianura interna dove ad un certo punto alla nostra destra in lontananza scorgiamo il nostro obiettivo: il deserto. Passiamo Ibra e poco dopo anziché seguire le indicazioni per i campi nel deserto proseguiamo dritti, visto che siamo stati bravi ed in perfetto orario sulla tabella di marcia prevista, ci dirigiamo verso Wadi Bani Khalid. Per farlo ci arrampichiamo prima e scendiamo poi con le solite pendenze eccessive da una montagna, finchè raggiungiamo Wadi Bani Khalid. La visione che ci si presenta è paradisiaca, tanto che qualcuno lo definisce subito il Paradiso Terrestre. Ci si trova di fronte, dopo aver parcheggiato l’auto ed aver effettuato un percorso a piedi, ad uno splendido laghetto circondato da palme, con colori e sfumature magnifiche.

Camminando oltre e arrampicandosi come piccole caprette sulle rocc si trovano delle piscine naturali alimentate da un torrente di acqua che scende dalla montagna.

L’acqua è cristallina, invitante ed infatti non ci facciamo pregar più di tanto per trovare il posto dove spogliarci, infilarci un costume e tuffarci in questo celestiale ruscello che Madre Natura ha voluto regalarci.

L’acqua ha una temperatura assolutamente piacevole, non fredda e fare il bagno in queste acque è tra le cose più piacevoli che ti possano capitare nella vita. La nostra guida che probabilmente ha già visitato questo magnifico luogo diverse volte rimane sulle rocc e coglie l’occasione per continuare ad immortalarci con delle splendide fotografie che riguarderemo nelle tristi giornate una volta rientrati in Italia. Non serviranno le foto ad aiutare il ricordo perché quello penso che rimarrà automaticamente dentro ciascuno di noi: ce lo porteremo sempre !!

Wadi Bani Khalid è il classico luogo che si può definire meglio come il trionfo della natura, di una natura rigogliosa, gioiosa che si manifesta stupendamente con un mix di sensazioni ed emozioni, che sono difficili persino da raccontare e da far comprendere a chi non le ha vissute. Vedere quest’acqua limpida e pulita scendere dalle montagne formando piccole piscine naturali con le palme verdi, il sole giallo, la terra ocra, il cielo azzurro, le rocce grigie tutti colori ben definiti in un’aura di intensa luminosità ti riempiono il cuore di gioia e ti dimostrano ancora una volta che la Natura, Lei sola, è capace di offrirti atmosfere ed emozioni inimmaginabili.

Lasciamo il Paradiso e ripartiamo in auto direzione, questa volta sì, deserto!!

Ripercorriamo parte della strada percorsa all’andata, notando che anche nei piccoli villaggi che attraversiamo c’è vita, c’è movimento. Inoltre disquisendo amabilmente notiamo che la strada è costeggiata da una parte e dall’altra da file di alberi che scopriamo, grazie a Sunil, essere di origine indiana, chiamati Nim o in arabo Margosa. Arriviamo al punto in cui girando a sinistra e percorrendo una pista si entra nel deserto, ma prima dobbiamo compiere un’operazione fondamentale: sgonfiare le gomme !!!

Ci fermiamo da un gommista (tyre repaired) che provvede ad abbassare la pressione dei pneumatici per poter meglio affrontare il deserto. Al momento non comprendiamo bene il motivo ma poco dopo lo capiremo.

Ecco il momento tanto atteso: imbrocchiamo il sentiero o meglio la pista che ci condurrà verso il deserto. I primi kilometri sono, come si suol dire , di ambientamento per prendere confidenza con il nuovo terreno ed il mezzo modificato: sembra quasi di scivolare o di surfare sulla sabbia ma in piano, finchè dopo qualche kilometro Sunil ci invita ad incominciare a salire e scendere dall dune di sabbia con l’auto. E’ un’esperienza unica, divertentissima perché ti sembra incredibile riuscire a salire e scendre con tanta disinvoltura. Adrenalina a go-go pur trattandosi di dune basse non eccessive pur sempre alla nostra portata. Forse esageriamo, anzi esagero perché è solo uno che guida, e ci blocchiamo siamo in pendenza, l’auto non va né avanti né indietro, ma scendendo i passeggeri a dare una mano, il momento di panico finisce subito e si sblocca la situazione.

Riprendiamo il nostro cammino o meglio la nostra avventura, con foto e filmati vari dove ogni tanto compare qualche dromedario come protagonista. Si in questa landa desertica, nel senso compiuto della parola, ogni tanto veniamo avvicinati da qualche simpatico quadrupede di questa specie, che non va confuso con il cammello per via delle gobbe, due ne ha il cammello e solo una il dromedario.

Il dromedario si muove in un modo che si può definire tra il goffo l’elegante, quasi allampanato per via della forma, molto lento e tranquillo totalmente indifferente al mondo che lo circonda. Tra una duna e l’altra, dopo aver ripreso confidenza con la guida, bypassiamo il primo campo tendato che ci si presenta davanti ad arriviamo a quello dove alloggeremo: Arabian Oryx Camp, in onore di uno degli animali più tipici dell’Oman, una sorta di antilope con due lunghe corna sulla fronte. Il campo ha una sorta di reception dove ci vengono subito offerti datteri (squisiti) e caffè omanita (altrettanto buono) ed altre strutture di cui parleremo successivamente.

Ora, giusto il tempo di prendere possesso del nostro bungalo con 3 camere e 2 bagni, molto spazioso e poi via a vedere il deserto nel suo momento migliore: il tramonto !!

Il campo si trova in una sorta di avallamento tra due dune molto alte. Dobbiamo quindi scalare queste dune per poter vedere al meglio il tramonto dietro la duna situata dalla parte opposta al sole. La salita sembra facile ma non lo è affatto. Si sale, ma a fatica, perché tanti passi fai per salire quanto la sabbia ti fa scivolare indietro.

Comunque raggiungiamo la cima della duna. Non dico che è come aver scalato l’Everest, ma poco ci manca…… Iniziamo subito lo sport che ci è più congeniale in vacanza: fotografare ! I colori sono bellissimi perché il deserto, man mano che il sole tramonta, assume delle colorazioni fantastiche, diventa di un rosso stupendo passando dal giallo che normalmente lo contraddistingue. L’atmosfera è particolare, magica, vediamo il vento spingere la sabbia disegnando onde, oppure provocare delle piccole tempeste di sabbia soffiando sulla cima delle dune con varia intensità. Chiaramente ci dilettiamo ad immortalare quest’altro spettacolo che la Natura ci sta offrendo e contestualmente ad immortalare noi stessi in questo ambito così particolare e speciale anzi direi meglio: suggestivo !! Suggestivo è il termine più utilizzato in questa vacanza sia inchiave positiva tesa ad evidenziare la particolarità, la bellezza, l’essere affascinante di un luogo, di un paesaggio, quanto in termini di presa in giro da parte di qualcun altro.

Torniamo al deserto: la sensazione è unica, perché oltre ad essere nel pieno del deserto, c’è un silenzio che può definirsi quasi assordante rotto soltanto dalla presenza in lontananza di altre persone che assistono allo stesso spettacolo: perché è di spettacolo che si parla è come essere al cinema e vedere un film dove però si conosce già la fine: il sol tramonterà dietro le dune e lentamente scomparirà per poi risorgere dietro la duna dove ci troviamo ora domani mattina all’alba, dando vita ad un nuovo giorno.

Una volta calato il sole, scende immediatamente anche la temperatura: diciamo che fa freschino!!

Vediamo sotto di noi il campo con tutte le luci accese, sembra un accampamento del far-west visto dall’alto. Scendiamo dalla collina provando una sensazione unica perché appena i piedi affondano nella sabbia ritroviamo il tepore che ora in superficie non c’è più.

Una doccia da cui scende acqua rossa perché siamo pieni di sabbia, qualche considerazione e riflessione di quelle che ti vengono spontanee e naturali in un posto come questo dove il sole che è tramontato è stato immediatamente sostituito dalla luna e da un tetto di cielo stellato.

In questa magica atmosfera ci avviciniamo a scoprire la struttura del campo. C’è un grande spazio “ristorante” dove si cena “beduin style” vale a dire appoggiando i piatti su un tavolino piuttosto basso, seduti su dei piccoli puff o cuscini dove trovare un equilibrio precario. Ci viene però spiegato da Sunil che il vero stile beduino prevede tutto il cibo posizionato in un unico piatto in mezzo al tavolo e poi ciascuno partendo dal più anziano ne prende direttamente con le mani senza posate. Dopo la gradevole cena ci alterniamo negli altri ambienti del campo, una struttura con tappeti dove si ascoltano musicisti che suonano e ballano musiche locali. Ah dimenticavo che sia in questa struttura che nel ristorante si sta rigorosamente a piedi scalzi. Poi stiamo un po’ a conversare amabilmente intorno a un grande braciere sotto il cielo stellato: molto suggestivo!!

Come è suggestivo essere qui a dormire anche se ci aspettavamo qualcosa di più spartano di un bungalow in muratura. Chiaramente è più sicuro e più affidabile avere acqua potabile, energia elettrica, poter chiamare casa con il telefonino però ….. va un po’ a discapito dell’avventura!!

Ci addormentiamo sereni e felici per la fantastica giornata appena trascorsa e già trepidanti per quella di domani

02/02/2014

Sveglia non dico all’alba, ma poco ci manca, colazione, sistematica ai bagagli, un triste saluto di commiato al campo sperando che possa tramutarsi solo in un meno malinconico arrivederci ed eccoci qui sul nostro potente mezzo a ripercorrere al contrario la pista conosciuta ieri per la prima volta.

Al momento di lasciare il campo, ore 09.00, c’è lo stello affollamento che sulla pit-lane di una gara di formula 1 al momento della partenza del GP, sembra che tutti gli ospiti del campo si siano dati appuntamento alla stessa ora per partire insieme.

Ah dimenticavo ! indovinate qual era l’etnia prevalente al campo? Italiana ovviamente siamo dappertutto !!

Finita la pista ed abbandonato con rimpianto il “nostro” deserto ecco la sosta per rigonfiare i pneumatici.

Veniamo attorniati immediatamente da un gruppo di simpatici ragazzini per i quali siamo probabilmente oggetto di attenzione, chiedono anche, cosa che facciamo con la massima solerzia, di essere fotografati.

Ritorniamo sulla strada maestra, colloquiando amabilmente e disquisendo sui gusti musicali confrontando la musica italiana, quella inglese e quella indiana, che le nostre orecchie ascoltano per la prima volta: devo dire che è assolutamente piacevole.

Con questo variegato sottofondo musicale stando molto attenti a non recare danno agli animali, capre, asini e dromedari che si avvicinano al ciglio della strada. Anzi ad un certo punto, proprio in prossimità di un cartello che segnalava la possibilità che i dromedari attraversassero la strada eccone sbucare uno che tranquillamente si accinge a passare dall’altra parte della strada. Una scena veramente impagabile !!!!

Neanche a mettersi d’accordo prima !!!

La strada corre ed arriviamo a Sur, piacevole località (da noi si direbbe balneare) situata sulla costa, la attraversiamo ed andiamo a visitare una fabbrica che produce delle splendide navi in legno, comunemente chiamate dhow. Il legno utilizzato è teak, che proviene dalla Malesia, mentre gli operai che costruiscono sono indiani e pakistani.

In effetti in questo paese vivono circa 3.700.000 persone di cui almeno un 15-20 % sono stranieri, prevalentemente indiani, pakistani, del Bangladesh, dello Srilanka che normalmente fanno i lavori più umili e meno remunerati, oppure quelli nel commercio e negli affari mentre gli omaniti sono occupati prevalentemente nella pubblica amministrazione, nell’esercito, negli affari poi svolgono alcuni lavori come fare il taxista , ch solo loro possono svolgere. Comunque sembra esserci un buon clima oltre che dal punto di vista economico anche da quello sociale infatti sembra che non ci siano contrasti di sorta. Probabilmente il benessere generalizzato riesce a soddisfare in buona parte tutti coloro che vivono e lavorano in questa terra.

Abbiamo scoperto anche un’altra cosa molto interessante ed importante: l’Oman in virtù del suo passato coloniale ha sostanzialmente tre tipi di popolazione omanita: gli omaniti nati e vissuti qui, quelli i origine zanzibariana e quelli di origine belucistana (regione dell’attuale Pakistan).

Torniamo alle barche: vediamo degli enormi amassi di legna e gli operai intenti nella costruzione di una bella imbarcazione in legno. C’è un piccolo negozio-museo dove troneggia da un quadro un rassicurante ritratto del sultano Quaboos, presente in tutti gli alberghi, ristoranti, negozi ecc.

Ci lasciamo invogliare a prendere un modello di imbarcazione da posizionare in casa quale ricordo.

Attraversiamo Sur che si dimostra essere una piacevolissima cittadina con case molte belle e molto curate nelle facciate esterne, per prendere la litoranea che ci condurrà verso le nostre prossime tappe.

La litoranea costeggia il mare abbastanza da vicino per poterne ammirar gli splendidi colori che vanno dal turchese al verde smeraldo con i iflessi offerti dallo splendido sole che ci accompagna. Proseguiamo per parcchi kilometri in direzione Mascat fino a fermarci a Wadi Tiwi, prima sosta.

Che cos’è un wadi? Un Wadi è sostanzialmente il letto del fiume che, a seguito di piogge e di acqua che scende dalle montagne può ingrossarsi fino a portare molta acqua, ed in effetti i segni si vedono sulla vgetazione circostante. Alcuni rimangono con una presenza di acqua costante, altri no e sono secchi.

Per andar a Wadi Tiwi ci si deve inoltrare per 4 km verso l’interno. Ad un certo punto la strada si fa molto stretta e poi oltre non si può andare. Lo spettacolo è anche in questo caso magnifico, perché si lascia il classico paesaggio del mare e ci si trova in pochi kilometri inun ambiente più simile ad una foresta tropicale. Che spettacolo questo Oman, riesce sempre a sorprenderci con paesaggi mozzafiato totalmente diversi anche a poca distanza tra di loro.

Ecco apparire da una parte un bananeto con un bellissimo casco di banan prontamente immortalato, dall’altra oltre alle “solite” palme, una pianta di limoni e palme da dattero. Molto bene ma dobbiamo proseguire perché anche oggi il programma è molto intenso, anzi intensissimo.

Tappa successiva Wadi Shab. Parcheggiamo la jeep e prendiamo una barca che ci conduce dall’altra parte del fiume, pardon del wadi, dove inizia un lungo percorso a piedi dapprima in mezzo alle palme e poi invece scatta la parte più “climbing” seguendo un sentiero scavato nella roccia e poi passando direttamente di masso in masso stando attenti a non bagnarsi i piedi negli spostamenti di risalita tra un masso e l’altro. Cammini e cammini, non ti fermeresti mai, continui a scattare foto perché ogni scorcio è quello migliore, “questa foto è molto……suggestiva”

E’ bello inoltrarsi in questo canyon perché sembra sempre finire ma non finisce mai, finchè scopriamo che c’è un percorso di trekking che va da Wadi Shab a Wadi Bani Khalid dove siamo stati ieri e che si trova esattamente dall’altra parte della montagna che ora abbiamo di fronte.

Anche questo è un motivo in più per ritornarci, una sfida che dovremo affrontare !!

Ad un certo punto, in funzione del tempo di ritorno e di quanto abbiamo ancora da vedere, decidiamo di tornare.

Prossima tappa assolutamente sudata e guadagnata: bagno nel mare, golfo dell’Oman o Persico che dir si voglia, forse non ancora Oceano Indiano), nella “mitica” white beach vicino alla città di Fins a metà strada tra Sur e Mascat.

Onde altissime, forte corrente ma a questo refrigerio proprio non possiamo rinunciare. Lo scenario è fantastico: ci sono anche in questo caso dei colori magnifici difficilmente descrivibili.

E’ una spiaggia con una sabbia bianchissima, sembra caraibica. Un tuffetto è quel che ci vuole, la temperatura ci aiuta, è tutto il giorno che abbiamo 23° C costanti, si sta veramente bene, l’acqua non è fredda, solo che c’è molta corrente.

Ci si asciuga, ci si riveste e via, verso l’ultimo obiettivo di giornata, l’ultima tacca per mettere fine a questa “due giorni”, che nata come “desert trip” è diventata a tutti gli effetti una gita alla scoperta di tutte le bellezze naturali di questo splendido paese.

L’ultimo luogo da visitare è un enorme buco nel terreno profondo almeno 40 metri dove si trova acqua di mare che attraverso canali sotterranei passa direttamente dal mare a qui. Si chiama Banasincle ricorda molto i “cenote” visti nello Yucatan in Messico.

C’è un po’ di gente che fa il bagno ma ormai è quasi tutta in ombra e poi il bagno l’abbiamo già fatto in mare e poi bisogna lasciare qualcosa da fare per prossima volta: o no ?

Sunil ci ha riservato una sorpresa , ci mostra la pianta dell’incenso, che è una delle caratteristiche dell’Oman. Effettivamente raschiando la corteccia, esce una resina che proprio il profumo dell’incenso.

E ora via abbiamo esaurito tutto il tempo a disposizione e anche di più. Sfrecciamo, prestano molta attenzione ai radar stradali, verso Mascat dove dobbiamo, ahimè, riconsegnare l’auto e mettere fine a questa bella vacanza e a questa stupenda “due giorni”.

Non ci resta che affidare i nostri ricordi e i nostri pensieri a questo diario, confidando di riuscire a far emergere tutte le sensazioni e le emozioni che abbiamo provato e che faranno parte del nostro ideale patrimonio di viaggiatori in primo luogo, ma anche e soprattutto di persone perché l’arricchimento che in termini di conoscenza, di cultura , di comprensione e studio della vita degli altri popoli, ti può dare un viaggio non c’è nient’altro al mondo che può dartelo !!!



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